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Il futuro degli investimenti finanziari è nei fattori ESG?

Ambiente, Società e Governance stanno assumendo enorme rilievo a livello globale e gli investitori danno una sempre maggiore importanza ai criteri ESG nella valutazione degli asset da inserire nei portafogli tradizionali.

La pandemia COVID-19 ha generato in molte persone la consapevolezza che le loro azioni individuali hanno conseguenze sociali.

Sempre più persone, ormai, vogliono fare la differenza ed apportare valore alla vita del prossimo.

La sostenibilità è qui per rimanere e le imprese devono includerla definitivamente nella loro cultura aziendale.

Ma in che modo le imprese contribuiscono e contribuiranno ad uno scopo più alto nella società?

I valori aziendali saranno sempre più il differenziatore chiave in un mercato finanziario ormai saturo ed, oggi, le aziende devono impegnarsi nel sociale e comunicare chiaramente qual è la loro “Raison D’être”.

È per questo motivo che ambiente, società e governance aziendale sono tematiche che stanno prendendo sempre più spazio anche nella cultura finanziaria.

Per pianificare l’asset allocation strategica (orientata al medio lungo periodo) non si analizzeranno più solo i dati “finanziari”, ma saranno sempre più importanti i fattori ESG (Environmental, Social and Governance) che giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare il rischio e il rendimento di un investimento.

Il consulente finanziario, oggi, nella valutazione di un investimento sostenibile considera nel processo decisionale della pianificazione finanziaria, oltre ai criteri economico-finanziari, anche i quelli ESG (Environmental, Social and Governance) ovvero aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.

I fattori che determinano la solidità di un’azienda come oggetto di investimento sono diventati, tra gli altri, i fattori ambientali legati alle tematiche della riduzione di emissioni di Co2, della riduzione dello spreco di acqua e dei rifiuti.

Le aziende più virtuose sul ciclo dei rifiuti e la loro capacità di implementare i processi propri dell’economia circolare, sono degli elementi fondamentali per valutare la performance in ambito ESG delle aziende.

Sembra, infatti, che sempre più investitori tengano conto dei criteri ESG nella valutazione degli asset da inserire nei portafogli tradizionali promuovendo una visione “win-win-win”:

✔ottengono rendimenti competitivi

✔migliorano etica e cultura delle aziende

✔promuovono la sostenibilità ambientale

Ma cosa si intende per IMPRESA SOSTENIBILE o ESG?

L’impresa sostenibile è principalmente attenta a tre fattori:

  • Environment (ambiente): considera i rischi legati ai cambiamenti climatici, alle emissioni di CO2 (biossido di carbonio), all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, agli sprechi e alla deforestazione;
  • Social (diritti sociali): include le politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e sindacali;
  • Governance (insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di un’istituzione o anche di un fenomeno collettivo): riguarda le pratiche di governo societarie, comprese le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del consiglio di amministrazione compresa la presenza di consiglieri indipendenti e le politiche di diversità nella composizione del CdA, le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di rispetto delle leggi e della deontologia.

 

In generale si può considerare sostenibile un’impresa che è in grado di avere una posizione di business competitiva con ritorni stabili nel tempo. Ovvero:

  • crea valore condiviso con tutti gli stakeholder in modo duraturo nel tempo;
  • misura le decisioni di business analizzando tutti gli impatti (economici e non) che esse determinano;
  • comunica gli impatti di sostenibilità delle decisioni per ciascun stakeholder.

 

Con l’avvento della Green Economy sta cambiando anche il rapporto Banca – Impresa.

Le banche rappresentano per le imprese italiane la principale fonte di finanziamento ed affiancheranno alle domande di credito una valutazione socio-ambientale oltre alla valutazione del merito creditizio ed i tradizionali criteri economico-finanziari.

Le imprese non virtuose sotto il profilo sociale e ambientale potrebbero, quindi, avere difficoltà ad accedere al credito, mentre le imprese con impatti positivi (opportunamente misurati e rendicontati) potrebbero beneficiare di finanziamenti anche a condizioni privilegiate.

Si sta rendendo sempre più necessario, per il presente e per il futuro, un intervento deciso del mondo bancario e della finanza che faciliti l’accesso al credito, semplifichi la burocrazia e crei prodotti finanziari e assicurativi per le imprese virtuose.

Le imprese, infatti, necessitano di investimenti di lungo periodo per creare e rafforzare valori condivisi oltre a un equo ritorno finanziario.

La sfida fondamentale è quella di rendere compatibili le necessità finanziarie delle imprese con le esigenze di liquidità degli investitori, in modo da attrarre capitali orientati al rendimento di lungo periodo.

Le imprese, al fine di rispondere alle esigenze degli investitori e aumentare la propria attrattività, stanno focalizzando la loro attenzione sull’implementazione delle seguenti aree:

  • introdurre modelli di governance aziendale più trasparenti e aperti al contributo attivo degli investitori;
  • rendicontare gli impatti ambientali e fornire informazioni più frequenti e dettagliate sull’attività dell’azienda;
  • evidenziare quali sono gli impatti sociali ed economici, diretti e indiretti che l’impresa genera nel territorio in cui opera;
  • creare relazioni efficaci con i partner finanziari;
  • elaborare piani industriali trasparenti e di medio-lungo.

 

L’Unione Europea pone, ormai da anni, attenzione a questa cultura finanziaria; motivo in più per prendere in considerazione il suo definitivo inserimento nelle asset allocation degli investitori.

Le “obbligazioni verdi”, o Green Bond, sono strumenti finanziari che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi.

Sono obbligazioni come tutte le altre, la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente, come l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni ecc.

Il mercato dei Green Bond è stato recentemente enfatizzato dalla Commissione Europea per le sue potenzialità.

Il tema della sostenibilità è, infatti, prioritario per la Commissione Europea che a dicembre 2016 ha creato un gruppo di esperti (High Level Technical Expert Group on sustainable finance, “HLEG”) a cui ha affidato il compito di elaborare una strategia per l’Unione Europea in materia di finanza sostenibile.

Per dar seguito al lavoro della HLEG, la Commissione ha pubblicato l’8 marzo 2018 un piano d‘azione («Action Plan») per finanziare la crescita sostenibile.

La Commissione Europea ha inoltre:

  1. Sviluppato una tassonomia, ovvero una classificazione delle attività economiche sostenibili. L’obiettivo è orientare responsabili, politici, industria e investitori su come sostenere e investire al meglio nelle attività economiche che contribuiscono a realizzare un’economia a impatto climatico zero;
  2. Affrontato il tema del Green Bond con una normativa che raccomandi criteri standard per l’emissione. In particolare, tramite la tassonomia determinerà quali attività rispettose dell’ambiente e del clima possano essere finanziate tramite le obbligazioni verdi dell’UE.

 

Si sta pertanto definendo un nuovo quadro normativo europeo dove la sostenibilità sarà sempre di più al centro del confronto tra intermediari, gestori e investitori.

“Energia pulita per tutti gli europei” è il pacchetto di misure presentato dalla CE secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e d’investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

La crescita del mercato dei Green Bond, e la sua relativa sostenibilità, è dovuta principalmente a due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale.

In questo contesto si è sviluppato il concetto di rating ESG assegnati da società indipendenti.

Si tratta di un giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo, di un fondo, in merito a problematiche ambientali, sociali e di governance.

Il rating ESG è uno strumento complementare al rating tradizionale (non alternativo) che valuta il merito creditizio di una impresa.

Lo scopo del rating ESG è quello di aumentare le informazioni disponibili e quindi migliorare le valutazioni aziendali e le scelte d’investimento.

La finanza sostenibile è un mercato in esponenziale via di sviluppo in grado di generare un valore economico e sociale sul lungo periodo che considera soluzioni d’investimento che, oltre a utilizzare logiche finanziarie, integrano fattori ambientali, sociali e di governance nel processo decisionale di investimento.

Oggi la sostenibilità è un elemento prioritario per Banche, Compagnie Assicurative, consulenti finanziari e imprese.

Una strategia rivolta alla «sostenibilità» è in grado di garantire numerosi vantaggi, mentre sottovalutare tali aspetti può esporre a rischi di vario tipo, come quello reputazionale che, grazie alla sempre maggiore attenzione da parte del mercato alle tematiche ESG, ha assunto un’importanza sempre più rilevante.

Il mercato ha infatti dimostrato di premiare i comportamenti riconosciuti come virtuosi nei tre elementi della «sostenibilità»: Environmental, Social e Governance.

La finanza sostenibile non si concentra solo sulla tradizionale analisi economico finanziaria, ma necessita di una analisi degli asset intangibili che consenta di comprendere modelli di business ESG e di considerare la sostenibilità un vantaggio competitivo.

In futuro, gli asset manager che saranno in grado di analizzare correttamente le informazioni non finanziarie e di sviluppare un maggiore know-how nella gestione e nell’analisi dei fattori ESG saranno in grado di generare rendimenti superiori.

La finanza sostenibile è il futuro e per i consulenti finanziari è diventato fondamentale orientare i propri clienti verso la valutazione di investimenti sostenibili.

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