Affermare che “Il mondo dell’arte sia ampio e vario” rappresenta un vecchio cliché, un po’ come un tormentone estivo: si ripresenta ogni volta che parliamo di questo settore.
In fondo è così, la dote artistica e culturale lasciata dai nostri predecessori spazia dal sito archeologico ad una stampa, da una scultura ad un dipinto olio su tela.
Non serve viaggiare troppo distanti nel passato, anche l’arte contemporanea ci dona attimi e vissuti, rendendoci in modo indelebile parte della sua storia.
Un esempio palese è l’opera attualmente in mostra a Parigi del defunto Christo “L’Arc de Triomphe, Wrapped”, la quale vede milioni di persone partecipi nel godersi un istante storico che rimarrà nella loro memoria.
Silvano Alberi, Art Advisor di Gamma Capital Markets, è parte dello special team che ha organizzato i lavori. Offre la sua conoscenza ed esperienza per guidare coloro che vorrebbero visitare l’opera in questione.
Intervistato dal Corriere della sera di Torino, spiega lo sviluppo dell’opera, come ha conosciuto l’artista, e, inoltre, in cosa consiste il lavoro dell’Art Advisor:
“È colui che consiglia e guida, in modo indipendente, le persone nella gestione dei loro patrimoni artistici.”
Come funziona l’art advisory?
Bisogna porre attenzione ed avere conoscenza sia dell’ambiente artistico sia del mercato per non incorrere in rischi ed investimenti che si potrebbero rivelare particolarmente deludenti.
Per questo, la necessità impellente di figure “ibride” che facciano da ponte tra queste due realtà stanno diventando sempre più importanti.
“Che cosa sarebbe stato di noi se Kahnweiler non avesse avuto il senso degli affari?” affermò una volta Picasso.
Artisti riconosciuti e rinomati non avrebbero nemmeno visto la luce se non fosse stato per personaggi dalla prospettiva diversificata, non collegata solamente all’aspetto emotivo.
In fin dei conti, chi desidera investire in arte o creare delle collezioni deve consapevolmente essere cosciente del mercato che gira intorno all’opera.
Arte e mercato sono due facce della stessa medaglia, ambiti completamenti differenti ma collegati fra loro.
È come se stessimo parlando di uno sport, paragonando due partite che vengono svolte in campi diversi, per due competizioni differenti.
Tutto questo per farti capire che quando si valuta il valore artistico di un’opera, si include tutto ciò che identifica l’artista: lo stile, l’importanza a livello culturale e le impressioni momentanee; e tutto questo rappresenta un tipo di partita.
Se, invece, si analizza il valore economico di una scultura, di un’opera fotografica o di un dipinto, stiamo completamente giocando un altro match.
Quando questi due mondi si incontrano, è un po’ come guidare una nave in balia della tempesta, in cui molte volte l’idea personale e le emozioni che ci legano ad essa passano in secondo piano.
Chiunque voglia far fruttare i propri risparmi investendo in arte dovrà, dunque, sempre fare riferimento a determinati valori di mercato; ovviamente possiamo avvicinarci all’artista che più ci aggrada, ma mai seguire esclusivamente le emozioni.
Investire in arte è una pratica che va vissuta col cuore, ma comprata con la testa. Parlare la lingua del mercato avendo con sé un bagaglio culturale ed una visione futuristica non è semplice.
Servono consulenze strategiche, piani strutturati ma soprattutto esperienza per riuscire a navigare in una realtà sbarazzina e altamente interpretativa.
Il mercato dell’arte e del collezionismo è affascinante, e la figura dell’art advisor può permetterti di gestire, in concomitanza alla tradizionale consulenza patrimoniale, una nuova realtà, trovando un modo differente e alternativo per investire una piccola parte del tuo patrimonio.
Investire in arte: può essere una nuova fonte di rendimento?
Secondo il report The Art Market nel 2019 sono stati venduti nel mondo 550.000 lotti tramite aste, per un totale di 13,3 miliardi di dollari investiti.
Ciò vuol dire che negli ultimi anni investire in arte sta diventando una realtà sempre più affermata, promuovendosi anche come fonte di sicurezza, perché la storia ci insegna, l’arte non muore mai.
L’arte, quindi, come asset alternativo di investimento, in un mondo sempre più dinamico e dove le transazioni crescono giorno dopo giorno.
I report a livello mondiale ci mostrano infatti un crescente interesse ed un aumento della propensione ad investire in opere d’arte.
Secondo i principali operatori del settore, i rendimenti ottenuti investendo nel settore artistico nel lungo termine, oscillano tra il 5 e il 6%: si posizionano quindi tendenzialmente in mezzo ai rendimenti obbligazionari e azionari.
E proprio come nel settore azionario esistono i cosidetti “unicorni”, anche il settore artistico non è da meno. Mi riferisco ad esempio al caso di Jim Crow (1986): l’acquirente ha venduto l’opera in suo possesso per oltre 125 volte il suo investimento originale, dopo aver tenuto il pezzo per 25 anni.
Abbiamo a che fare, quindi, con una realtà che si sta aprendo, in cui non ci sono solo collezionisti, ma anche investitori pronti a rendere l’arte la loro nuova opportunità, sia dal punto di vista patrimoniale sia dal punto di vista emotivo e mentale, raggiungendo un senso di completezza e appagamento mentre rimangono incantati dall’opera.
Approcciarsi, con estrema prudenza, nell’oceano degli investimenti d’arte, quindi, potrebbe davvero rappresentare una ottima opportunità di diversificazione degli investimenti e fonte di rendimento decorrelato dall’andamento dei mercati finanziari.
Come sempre, quando si approcciano tematiche e settori poco conosciuti, è consigliabile farsi seguire da un esperto che possa spiegarti “le regole del gioco” e che ti conduca passo passo nella realizzazione dei tuoi obiettivi.
Il mio team è più che pronto, e a completa disposizione, per guidarti nel complesso mondo dei beni artistici.